2015: 5 (facili) predizioni di comunicazione e marketing del vino

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Un altro anno se ne va, e come di consueto, all'affacciarsi di quello nuovo  previsioni e predizioni si sprecano, anche nel nostro settore. L'anno scorso abbiamo parlato di errori da non ripetere, questa volta parliamo di best practices da adottare subito, senza aspettare il 2 gennaio.

1. Non è più tempo di innovazioni tecnologiche, ma di contenuti e stile. Un errore che si continua a fare è quello di  concentrarsi sugli strumenti (la presenza sui social networks, il sito web rinnovato...) piuttosto che sui contenuti. Una comunicazione povera d'idee e poco coinvolgente resterà tale anche se a veicolarla sarà un'app invece che la tradizionale brochure cartacea. Quindi: meno apparenza e più sostanza. 

2. Meno pubblicità, più sincerità. Una comunicazione espressa "con voce umana", onesta e trasparente, nella buona come nella cattiva sorte, crea molta più empatia e ascolto nei consumatori di tanti garruli comunicati stampa trionfali e trionfanti. 

3. Misura, interpretaagisciSaper misurare e interpretare volume e qualità delle conversazioni sul vino, sul proprio brand e le proprie etichette sarà un'attività sempre più centrale anche nel 2015. Chi già non la pratica dovrà imparare a farla:  i clienti parlano di te ogni giorno, ignorare cosa stanno dicendo è un lusso che nessuno può permettersi . Gli strumenti per ascoltare e misurare non mancano (e se non sai da che parte cominciare, possiamo darti una mano noi)

4. Vendi di meno, risolvi di più. Nulla è diventato più irritante di un atteggiamento da eterno piazzista: sempre lì a dire quanto è elevata la qualità dei  tuoi prodotti, quanto è cool la tua azienda, quanto son buoni e premiati e ben recensiti i tuoi vini. Peccato che i consumatori son diventati del tutto impermeabili a questo tipo di approccio; viceversa, sono molto sensibili verso chi dimostra reale interesse per i loro problemi. Perciò, cara azienda, smettila di dirmi che i tuoi vini sono i migliori del mondo, e prova a calarti nella mia realtà di consumatore di tutti i giorni. "Il modo in cui l'industria del vino percepisce se stessa è profondamente diverso da come la percepiscono i consumatori. Parlano lingue diverse e vivono su pianeti diversi. Credo che l'industria del vino dovrebbe smettere di camminare a 100 metri dal suolo e abbassarsi al livello dei suoi consumatori" (Reka Haros, Sfriso Winery) 

5. Mobile, mobile, mobile! Per anni l'oggetto-computerè stato considerato come una specie di televisore evoluto; qualcosa che ha un suo posto preciso nell'ufficio o in  casa, ma una volta messo lì non si muove più, e quando è spento... è spento. Non si fa più nulla: non si naviga, non si legge, non si scrive, non si lavora, non si guarda, ascolta, gioca... Con l'esplosione dei dispositivi mobili (tablet, ma soprattutto smartphone) le attività online proseguono anche quando l'orario di lavoro è finito e il computer  è spento. Su tablet e smartphone si comprano biglietti aerei, si prenotano tavoli al ristorante, si fanno shopping, ricerche, vita di relazione... Morale? il sito web dell'azienda va (ri)progettato per i formati mobili, più che per quelli da computer fisso. Tutta la comunicazione anzi va (ri)pensata in questa modalità, perchè è quella in cui passiamo la gran parte del nostro tempo. 

Questi che abbiamo elencato sono - a detta di molti esperti del settore - i trend principali del marketing e della comunicazione del vino anche per l'anno che sta cominciando: non sono i soli, naturalmente, ma degli altri parleremo in altre occasioni.

Abbiamo ancora 365 giorni davanti...