Comunicare con il comunicato stampa

Abbiamo vinto un nuovo premio, usciamo con un comunicato stampa?”.

Ecco una frase che nel corso dell'anno può presentarsi spesso alla persona che si occupa della comunicazione in un'azienda viticola.

Ora, se il titolare dell'azienda è - giustamente – concentrato sul proprio prodotto e sulla sua cantina, l'addetto stampa (o chi per esso) non può permettersi il lusso di fare altrettanto: il suo compito (tra gli altri) è infatti quello di trasmettere all'esterno i contenuti generati dall'azienda stessa, e per far questo la sua attenzione deve essere concentrata sul destinatario del messaggio, prima che sul messaggio stesso.

In altre parole, il focus di chi comunica dev'essere sul giornalista (la testata, il mezzo di comunicazione) più che sul comunicato.

Perciò le domande da porsi quando si vuole emanare qualsiasi comunicato stampa aziendale sono: cosa voglio comunicare? a chi? perchè?

Il “cosa comunicare” deve essere una notizia interessante o utile per tutti i lettori di quella testata giornalistica (o per i fruitori del medium di comunicazione).

Disgraziatamente, non tutte le notizie aziendali sono interessanti per tutti i media – in altri termini, non tutti i fatti aziendali sono notiziabili, anche se il compito di un buon addetto stampa è di renderli tali.

Per questo è inutile spedire comunicati a pioggia, indifferentemente, a tutti i giornalisti che si hanno in mailing list senza distinzione d'interessi, tipologia di testata, diffusione e localizzazione della stessa: nessuno, o quasi, riprenderà quella notizia.

Nell'informazione la “taglia unica” non funziona, se non in rarissimi casi.

La prima cosa da fare dunque è individuare le testate che possono essere maggiormente interessate a quello specifico fatto, e scrivere il comunicato per esse.

Nel loro stile e nel loro linguaggio – e in una cartella. Un comunicato stampa non è un redazionale.

Se poi l'oggetto del comunicato risulta coerente anche con altre tipologie di giornali o riviste, si ripeterà l'operazione per ciascuna di queste, personalizzandolo e adattandolo al medium anche nella struttura: le esigenze della radio o della TV sono molto diverse da quella del web o della carta stampata.

Questo significa che è consigliabile scrivere tanti comunicati quanti sono i media che si vogliono coinvolgere, mettendo per prima cosa in risalto l'aspetto o l'elemento di maggior interesse per ciascuno di essi.

Perchè si inviano comunicati stampa? lavorando con aziende del vino grandi e piccoli, mi sono resa conto che l'obiettivo (e la speranza) di tutte nel fare questa operazione è acquistare visibilità.

Comparire sui giornali, soprattutto i più prestigiosi, quelli che contano per i clienti finali.

L'operazione, in realtà, non è così automatica, anzi è più difficile e delicata di quel può sembrare all'esterno: per ottenere l'agognata visibilità, il più delle volte inviare comunicati stampa non basta.

Ecco allora che l'obiettivo del comunicato può essere un altro, più indiretto, ma non per questo secondario.

Per esempio, può servire a mantenere vivo il rapporto con i giornalisti, tenendoli aggiornati circa l'attività e i successi dell'azienda (senza avere la pretesa di essere pubblicati ogni volta che si vince qualcosa, o si lancia un nuovo vino, o...).

Se si sanno calibrare i “lanci” durante l'anno – né troppi, né troppo pochi - , scegliendo con attenzione le cose da comunicare, senza tormentare il giornalista amico perché pubblichi tutto quello che gli mandiamo, scrivere e diffondere comunicati stampa non è mai inutile.